La felicità è un’idea semplice

Di fronte al mare, la felicità è un’idea semplice, scrive Izzo in Chourmo. Il pomeriggio adriatico sembra dare forma a quella frase alimentandosi di ricordi e di stati d’animo. È stato, tra gli altri, Siegel, se non ricordo male, a osservare che l’identità come risultato di una somma successiva (e costruttiva) di esperienze non sia che un’illusione e che possiamo pensarci piuttosto come una raccolta di stati mentali, che possono essere attivati o riattivati dalle giuste condizioni ambientali o relazionali. Sulle sponde dell’Adriatico, nell’immersione nelle acque, così simile anno dopo anno, la condizione della mente che emerge ha per me una sua specificità e mi collega all’inquieta esplorazione letteraria dei diciott’anni, quando la poetica gaddiana sembrava dare la chiave di lettura definitiva sul mondo, ai ricordi familiari smarriti nelle vie del paese, alle memorie del tempo immobile dell’infanzia, che d’estate si cristallizzava ulteriormente tra queste strade e lungo la battigia per lasciare solo sensazioni, volti, immagini disordinate, che affiorano come i frammenti di Combray nel primo libro della Recherche.

Dunque, tornare qui è essere altro, è creare una discontinuità. Di fronte al mare si può essere marginali. Marginali rispetto ai luoghi, qui sulla riva dove non ci sono strade da percorrere, solo terre al di là dal mare da immaginare, marginali rispetto al tempo, in cui si sovrappongono passato e presente e i ricordi hanno la stessa consistenza del vento della sera, marginali rispetto a se stessi, perché nella lontananza da ciò che di solito definisce i propri confini identitari si può lasciare l’Io fluttuare e recuperare l’attualità di modi di essere che sembravano persi. Qui, al margine, la felicità è negli istanti, nello sciabordare dell’acqua al tramonto, nell’affollamento delle strade del centro dopo cena, nella conclusione di uno di quei libri che si erano persi in un angolo dello scaffale, sempre rimandati ad occasioni migliori e che ora trovano uno spazio nelle pigre mattine d’agosto vicino al mare.

Di fronte al mare, la felicità è un’idea semplice, scrive Izzo. Qui al margine, la felicità è un’idea semplice, mi viene da pensare mentre la sera scende e penso a quel libro di Magris sul margine letto anni fa in un altro luogo sottratto al rumore dello scorrere del tempo, il giardino delle rose, sotto al Piazzale, penso che vorrei immergermi nel mare al tramonto come Fabio Montale a Marsiglia, ma il vento freddo sembra sconsigliarlo. Mentre guardo il cielo, i pensieri si diradano e mi sembra di diventare puro sguardo, solo un punto di vista senza storia o memoria. Domani, è di nuovo tempo di partire.